#LeIene – Puntata del 25/04/2023 – Con Belen Rodriguez su Italia 1. Le anticipazioni dei servizi.

Le Iene tornano a graffiare coi loro servizi e le loro inchieste nella prima e nella seconda serata di Italia 1 per quella che sarà la 51° serie di puntate. Alla conduzione ci sarà Belen Rodriguez, accompagnata dagli interventi comici e satirici di Max Angioni, Eleazaro Rossi e Nathan Kiboba. La sedicesima puntata del 2023 sarà trasmessa stasera alle 21:20.

Anche quest’edizione metterà insieme servizi, reportage, interviste e scherzi ai VIP italiani, e non mancheranno le guest star che saranno presenti in studio per raccontare il loro punto di vista sui temi dell’attualità.

LE IENE | La puntata del 25 aprile 2023

Queste le anticipazioni dei servizi della diciassettesima puntata.

Filippo Roma ha strappato la promessa di un incontro di rappacificazione tra Francesco Totti Luciano Spalletti. L’ex attaccante della Roma e della Nazionale, a seguito di un pesante scontro con l’attuale tecnico del Napoli, concluse in malo modo la propria ultra-ventennale carriera con la maglia dei giallorossi.

Dopo sei anni da quei fatti, l’intenzione di arrivare a più miti consigli è arrivata proprio da Totti e l’inviato ha consegnato l’invito a Spalletti durante la consegna dei riconoscimenti del Premio Nazionale Enzo Bearzot, riservato agli allenatori italiani, tenutasi il 24 marzo scorso. Il tecnico ha chiesto a Roma di definire il luogo e il momento in cui questo incontro potrà avvenire.

L’appuntamento con la diciassettesima puntata de Le Iene è per questa sera, ore 21:20, su Italia 1.

LE IENE | I monologhi della puntata

Ospiti della puntata sono stati Melissa Satta Diodato (che ha cantato Bella ciao, in occasione del 25 aprile e della Festa della Liberazione).

Queste le parole di Melissa Satta, che ha risposto alle pesanti critiche dovute alla sua relazione col tennista Matteo Berrettini e alle accuse di aver minato il suo stato di forma.

Da tempo sono vittima di insinuazioni e insulti per la mia relazione. Allinizio erano solo commenti sui social e a quelli, purtroppo, ti ci abitui pure, ma quando il mio fidanzato è stato costretto a ritirarsi per infortunio da un torneo ho capito che il problema era ben più grosso.

Un importante quotidiano ha titolato: “Melissa Satta porta sfortuna”. Un titolo che non solo è inaccettabile, ma che è indice del sessismo profondo che la nostra società ha interiorizzato. “Cherchez la femme” scriveva Dumas più di 160 anni fa, e questa espressione purtroppo descrive ancora molto bene la tentazione irresistibile, quando qualcosa nella vita di un uomo va storta, a dare la colpa alla sua donna, alla strega capace di prosciugargli talento e buona sorte.

Avete mai letto il contrario? Avete mai letto sui giornali un titolo in cui un uomo di successo è accusato di portare sfortuna alla sua compagna? Ve lo dico io: no, perché quel titolo nessuno lo ha mai scritto. Questa voglia dincolpare, di distruggere laltro, è la stessa a cui ogni giorno sono esposte tante giovani sui social e che, da madre, non voglio che mio figlio debba mai conoscere.  

La prossima volta che vi verrà voglia di scrivere un commento di odio provate a fermarvi e a riflettere sui motivi per cui provate quellodio. Potreste iniziare a scoprire molto su voi e, forse, a diventare persone migliori.

Queste le parole di Diodato, che ha ricordato la manifestazione di cui è direttore artistico, UnoMaggio Taranto.

Oggi è il 25 aprile, festa della Liberazione e tra poco meno di una settimana è il Primo di Maggio, festa dei Lavoratori. Due feste così vicine e dedicate a qualcosa di così importante, la libertà e il lavoro. Io me la ricordo la sensazione che ho provato quando ho lavorato per la prima volta, quando facendo il cameriere ho ricevuto dei soldi in cambio del mio lavoro.

Erano soldi che mi ero guadagnato, con cui poter fare quello che volevo: mi sono sentito libero di consumare un mio desiderio. Eppure io vengo da una città, Taranto, in cui ci sono lavoratori che avrei sinceramente difficoltà a definire liberi. Ma non solo loro: nella mia città la parola libertà è una parola complessa, per tutti. Sarà perché da ormai tanti anni ci hanno chiesto di scegliere tra due diritti fondamentali, il lavoro o la salute. Tra il lavoro o l’ambiente, e quindi la salute. Che libertà c’è in tutto questo?

Ogni anno il Primo di Maggio organizziamo a Taranto una manifestazione, una festa consapevole, libera, che conta chi c’è, chi non c’è e anche chi non c’è più. Ogni UnoMaggio, si chiama così la nostra manifestazione, da ormai dieci anni, proviamo a disegnare un destino diverso e diciamo una cosa semplice, che a quanto pare però è semplicemente complessa: “vogliamo essere liberi”.

Da dieci anni provo ad allontanare quella voce che mi dice: “Ma non lo vedi quanto sei piccolo, quanto sia piccola e insignificante la vita di un essere umano, formica sacrificabile davanti al potere di interessi enormi”. “Non lo vedi che nella vita è solo una questione di proporzioni? In fondo anche tu, mentre cammini per strada inseguendo ciecamente i tuoi interessi non ti curi delle formiche che schiacci.”

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